20 fotografi famosi (di ieri e di oggi) e i loro insegnamenti
Conosci i più grandi fotografi famosi, e le fotografie che hanno fatto la storia?
Secondo noi è davvero indispensabile conoscere i più grandi fotografi del mondo per fare belle foto.
Ovviamente non si tratta di imparare a memoria nozioni, nomi e date di nascita e non è una gara a chi ne sa di più.
Conoscere le foto famose, chi le ha scattate, perché, e qual è il suo background, ti permetterà di capire davvero cosa c’è dietro una foto e qual è il motore di questa passione.
Inoltre avere una conoscenza delle foto celebri ci permette di sviluppare l’occhio del fotografo, e di fare una sorta di corso gratuito di fotografia, perché soprattutto per chi è agli inizi l’imitazione dei grandi è fondamentale per imparare.
Se sei un amante della fotografia, se ti stai approcciando ora a questo mondo o se sei già un vero esperto, con questo articolo voglio invitarti a conoscere le storie dei migliori fotografi perché ti siano di ispirazione.
DISCLAIMER:
Le fotografie mostrate sono utilizzate esclusivamente per finalità didattiche e di commento critico, nel rispetto della dottrina del fair use, con pieno riconoscimento dei diritti d’autore ai rispettivi fotografi.Tutti i diritti appartengono ai rispettivi proprietari
Foto famose, ognuna ha il suo perché
Ansel Adams ha detto: “Non fai solo una fotografia con una macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito, e le persone che hai amato.”
Hai presente quando sei in un museo, guardi un dipinto e non ti dice nulla?
Poi magari passa di lì la guida, ti spiega mille cose e solo allora senti davvero di apprezzare quell’opera d’arte.
Ecco, con la fotografia funziona così, perché è una forma d’arte al pari della scultura, o della pittura.
È un viaggio in un’emozione, un viaggio…solo andata .
Uno degli scatti più famosi al mondo può trasmetterci delle emozioni, ma non riusciremo mai a comprenderlo fino in fondo, finché non avremo visto l’anima del fotografo che c’è dietro la foto.
I fotografi famosi possono essere una grande fonte di ispirazione, anche se non sempre, nelle loro foto, hanno rispettato le regole della fotografia.
Le regole della composizione fotografica sono infatti delle linee guide più che altro, da conoscere e utilizzare a proprio piacimento per creare qualcosa di unico.
In alcuni casi i fotografi famosi del 900 e di oggi le hanno inventate, perfezionate o completamente sovvertite.
Perché dunque dovrebbero esserci di ispirazione, se non rispettano tutte le regole? Be’, proprio per questo.
Perché la fotografia, quale forma d’arte, non è costituita da rigide regole ma dal modo personale e unico del fotografo di interpretarle.
C’è tutta una parte legata al vissuto di un fotografo, alla sua istintività che non si può ingabbiare in regole fisse. Ed è proprio questo che ci possono insegnare i fotografi famosi: come sovvertire le regole, come farle proprie, come trasmettere emozioni…
I fotografi famosi ci insegnano come far confluire la propria anima in un’immagine.
In questo articolo, quindi, voglio parlarti di questi fotografi perché credo che sia importante imparare dagli altri e in particolare dai più grandi.
Lo studio di ciò che hanno fatto è un esercizio di fotografia fondamentale se vuoi crescere e se vuoi trovare la tua strada.
Ciascuno di loro, però, ha fatto talmente tanto nella sua carriera che potremmo stare qui tutta la notte a parlarne!
Così ho scelto, per ciascun fotografo, una sola caratteristica unica e fondamentale, che gli ha permesso di diventare ciò che è, e che potrà essere utile sia alla tua tecnica sia al tuo lato artistico.
Bene, il mio lungo discorso filosofico sull’anima della fotografia si ferma qui! Passiamo quindi a vedere chi sono questi fotografi importanti per la tua crescita che dovresti conoscere.
20 fotografi famosi del 900 e oltre da conoscere
Come ti dicevo non è una gara a chi ne sa di più, per cui se stai cercando un noioso elenco di date, vita e opere di ciascuno be’…non lo troverai.
Piuttosto cercheremo di scoprire ciò che li ha guidati nella realizzazione dei loro scatti e come hanno fatto a catturare l’anima dei loro soggetti.
Le categorie sono molteplici: dalla fotografia di strada alla moda, da quella sociale alla ritrattistica, da quella in bianco e nero a quella di guerra. Parleremo di fotografi famosi italiani, di fotografe famose e di foto celebri.
Pronto per questo viaggio?
1. Henri Cartier-Bresson (Francia, 1908 – 2004)
Pioniere del fotogiornalismo, padre della fotografia digitale moderna, precursore della street photography, definito l’occhio del secolo, come relegare in una sola categoria uno dei migliori fotografi al mondo? Non si può. E allora, non l’abbiamo fatto.
“La fotografia è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore. È un modo di vivere…”
Per Bresson la fotografia è una filosofia di vita, è stabilire un contatto emotivo con il soggetto, un coinvolgimento con esso.
Ricordi quando abbiamo parlato della composizione fotografica e che non sempre è indispensabile? Be’ per Bresson scattare una foto significa raccontare un evento e incorniciarlo in una organizzazione rigorosa delle forme che contribuisce a raccontarlo.
In una intervista, quando gli chiesero quando avesse scattato la sua ultima foto, rispose: “Ebbene, ne ho appena fatta una a lei, ma senza macchina… è venuta bene ugualmente… la stanghetta degli occhiali perfettamente parallela alla parte superiore del quadro dietro di lei, è sorprendente.”
Cosa ci insegna questo fotografo famoso?
Ripensando alle parole di Bresson posso dirti che, se vuoi crescere nel tuo settore, devi vivere di fotografia, e con questo non intendo che tu debba aprire partita IVA e metterti in proprio, ma che tu debba respirarla, tutti i giorni.
Fotografi di guerra e fotoreporter
1. Steve McCurry (Philadelphia, 1950).
È forse tra i più eclettici fotografi conosciuti. Street photography, ritratti, fotografia di viaggio, McCurry ha spaziato moltissimo tra diverse categorie, ma forse quello che più lo ha reso noto è la fotografia di guerra.
È partito come fotoreporter per fotografare l’India per seguire le orme di Henri Cartier-Bresson ed è lì che ha trovato i suoi scatti più belli.
Nei suoi ritratti, come Ragazza afgana sopra, pubblicata come copertina del National Geographic, è riuscito a catturare davvero l’anima dei suoi soggetti. E a questo proposito ha detto “se sai aspettare le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto”.
Credo che questo si ricolleghi perfettamente a quanto dicevamo prima. La fotografia Ragazza afgana rispetta perfettamente le regole della composizione ma non è questo che ti colpisce, piuttosto è lo sguardo della ragazza che ti ipnotizza.
E se gli occhi sono lo specchio dell’anima vuol dire che McCurry ha fatto alla grande il suo lavoro, perché l’anima di quella ragazzina è tutta lì e lui è riuscito a catturarla perfettamente.
Nei suoi reportage di guerra ha cercato di mostrare le conseguenze dei conflitti non soltanto sui luoghi ma anche sui volti delle persone. E per farlo ha radicato la fotografia nelle persone, cercando, nel loro volto, il momento in cui vi si affacciava l’anima.
In più McCurry ha raccontato che l’umorismo è un’arma perfetta per rompere il ghiaccio con i propri soggetti. Gesti e umorismo sono universali e aiutano a creare il legame con il fotografo.
Qual è l’insegnamento di Steve McCurry?
Attesa, pazienza, umorismo, apertura mentale, integrazione, curiosità. Ecco quali sono, tra i tanti, gli insegnamenti di McCurry di cui si può far tesoro se si vuole crescere nella fotografia.
2. Robert Capa (Budapest, 1913 – 1954)
Tra i fotografi famosi del ‘900 Robert Capa è tra i più spericolati, il prototipo del fotografo di guerra. La sua vita piena di donne, alcol e pericolo è stata ricca di successi nel campo della fotografia.
Di origini ebraiche, fu costretto a lasciare la Germania nazista e iniziò a fotografare come freelance in Francia.
Testimone di numerose conflitti, la guerra civile spagnola, la seconda guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana e la prima guerra di Indocina.
Capa ha detto “Non è sempre facile stare in disparte e non essere in grado di fare nulla, se non registrare le sofferenze che stanno intorno”.
In realtà Capa non è mai stato molto in disparte e le sue foto ne sono la testimonianza.
Sempre in prima linea a rischiare la vita per poterla raccontare, Capa è decisamente tra i più grandi fotografi al mondo.
Qual è l’insegnamento di questo fotografo così importante?
Spericolato e coraggioso, spregiudicato e appassionato. Questo forse è il più grande insegnamento che si può trarre da quest’uomo morto mentre faceva il suo lavoro.
“Il più intenso desiderio di un fotografo di guerra è la disoccupazione”.
3. Don McCullin (Londra, 1935)
Don McCullin da adolescente è stato un teppista, come lui stesso ha dichiarato. Oggi possiamo dire che è un fotografo famoso che è riuscito a convogliare tutte le energie e quel suo spirito ribelle in una fotografia impegnata e coraggiosa.
Ha fotografato la guerra e la morte perché tutti sapessimo ciò che accade nel mondo. Biafra, Congo, Libano, Irlanda del Nord, Russia e 15 volte in Vietnam. Le sue foto sono cariche delle sofferenza umana e raccolgono le testimonianze e gli attimi più duri della guerra.
McCullin sente il bisogno di mostrarci “le ingiustizie intorno al mondo”, anche attraverso gli occhi di chi le vive da vicino.
Come nelle foto celebri del soldato americano che resta paralizzato dalla paura, o quelle tremende dei bambini del Biafra.
McCullin è sempre in prima linea, sempre con i soldati, veste come i loro e mangia lo stesso cibo. Vive con coraggio rischiando la vita in tutti i momenti, allo scopo di portare a casa degli scatti che siano in grado di smuovere le coscienze.
“Ho documentato l’orrore per fermarlo. Invece si è moltiplicato.”.
Gli anni trascorsi a vedere morte e distruzione gli hanno lasciato solo incubi. Adesso vive una vita più tranquilla nelle campagne inglesi, domando la sua indole aggressiva ma non il suo carattere ribelle.
Ancora oggi, infatti, si dedica ad una “fotografia politica” cercando di difendere le campagne inglesi dagli speculatori edilizi.
Qual è il più grande insegnamento di questo fotografo?
McCullin ha messo la sua passione a servizio dei deboli. Ha preso la realtà e l’ha messa sotto gli occhi di tutti senza timore. Se senti il dovere di documentare, non esitare a farlo.
Fotografi famosi italiani
1. Franco Fontana (Modena, 1933)
Tra tutti i fotografi famosi trattati in questo articolo, Franco Fontana è quello che porterà più colore.
Conosciuto come maestro del colore (e del fotoritocco), Fontana, durante la sua carriera, ha abbracciato diverse tecniche e stili: dalla paesaggistica alla moda, dai reportage al nudo.
Ha definito la fotografia non una professione ma la sua continua realtà che gli arricchisce la vita.
La sua impronta di colore e le sue geometrie ci ricordano dipinti di arte contemporanea, ma anche la complessità che c’è nello scattare a colori rispetto al bianco e nero.
Nella fotografia a colori, infatti, è necessario un buon controllo dell’equilibrio cromatico. È necessario distribuire l’attenzione di chi guarda sui soggetti, facendo in modo che il colore coincida con essi.
Qual è l’insegnamento che possiamo trarre, quindi?
Se la maggioranza dei fotografi famosi si concentra sul bianco e nero, Fontana ci ricorda (e dimostra) che il mondo è a colori e che i buoni scatti si possono ottenere anche con questa tecnica.
Quindi non temere di spaziare da un genere all’altro e da una tecnica all’altra, finché non avrai trovato la tua strada.
Vorresti conoscere tutti i segreti della post-produzione con Lightroom? Hai provato a ritoccare le tue foto per aggiungere quel tocco fondamentale ai tuoi scatti, ma sei rimasto bloccato davanti alla complessità di questo strumento?
2.Gianni Berengo Gardin (Genova, 1930)
Foto di Gianni Berengo Gardin e Carla Cerati, originale disponibile su: https://www.palinsestobasagliano.info/inventare-istituzioni/morire-di-classe-firenze2/
A chi lo considera il maestro della fotografia italiana Berengo Gardin risponde che non si sente un artista, piuttosto un documentarista.
La sua carriera inizia per caso. Scriveva per un giornale e aveva scattato delle foto da allegare ai suoi articoli.
Seduto ad un tavolo di un bar le stava mostrando ad un amico. Il caso ha voluto che al tavolo vicino ci fosse il giornalista Leo Longanesi. Il giorno dopo le sue foto erano pubblicate.
“L’impegno del fotografo non dovrebbe essere artistico ma sociale e civile”, con questa frase potrai intuire quale sia il genere di fotografia che pratica principalmente.
Nel ‘68, lo psichiatra Franco Basaglia, si batteva per la chiusura dei manicomi. Berengo Gardin decise, insieme ad una sua collega, di documentare quegli ambienti sconosciuti al resto del mondo.
Il risultato fu sconvolgente, la fotografia di Gardin scopriva, nella propria durezza, tra il bianco e nero, il grigiore delle condizioni in cui versavano i malati.
Ma i manicomi non sono stato il suo unico interesse. La società contemporanea è sempre al centro del suo mirino e per questo ha dedicato parte della sua carriera a reportage sugli zingari, a ritrarre momenti di vita quotidiana e al mondo del lavoro.
Quali sono i suoi insegnamenti?
Ai giovani ricorda che oggi si dovrebbe scattare un po’ di meno e pensare di più. Secondo Berengo Gardin la fotografia va ragionata, pensata.
Il fatto che oggi la tecnologia ci permetta di eliminare gli scatti scadenti non significa che bisogna scattare a raffica.
Il suo punto di vista è ben chiaro anche sulla post produzione.
Ritiene che sia parte integrante della fotografia dallo scatto fino alla stampa (già ai tempi di Ansel Adams con il suo sistema a zone) ma solo se ben dosata.
3. Ferdinando Scianna (Bagheria, 1943)
I suoi genitori lo volevano laureato e per accontentarli si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia all’università di Palermo, ma la sua strada è la fotografia fin dall’inizio.
Lottando continuamente contro i giudizi negativi del padre che sminuiva il suo lavoro, persegue la strada della fotografia, fino all’incontro più importante della sua vita con Leonardo Sciascia.
Sciascia diventerà suo “padre, amico, maestro” e con lui collabora nella scrittura di diversi libri di denuncia del materialismo delle tradizioni religiose siciliane.
Questo incontro contribuirà ad arricchire il suo bagaglio culturale e ad inserirlo tra i più grandi fotografi al mondo.
Scianna documenta la sua Sicilia, la gente del popolo, cerca di cogliere il quotidiano, così come ha appreso dal suo maestro e amico Cartier-Bresson.
La Sicilia di Scianna è una regione che vuole risollevarsi, che vuole evolversi ma pur sempre restando legata alle proprie tradizioni.
Cosa possiamo imparare da questo fotografo famoso?
“Per me foto e racconto è veramente un sinonimo. Non ho mai pensato alla fotografia altrimenti che così”.
Nelle sue foto in bianco e nero, dove è prepotente il gioco di luci ed ombre, Scianna si dedica anche ai ritratti che, come spiega nel libro Il Viaggio di Veronica, devono rappresentare l’anima e non solo il volto.
Fotografe famose
1. Annie Leibovitz (Connecticut, 1949)
Annie Leibovitz è stata la prima donna ad esporre alla National Portrait Gallery di Washington.
Figlia di un ufficiale della marina, ha viaggiato molto fin da bambina. Si è ritrovata, quindi, spesso ad osservare il mondo attraverso un finestrino.
E questo spirito di osservazione le è rimasto per tutta la vita.
“Per realizzare il miglior scatto possibile devo calarmi nel contesto, nella situazione. La fotografia perfetta immortala ciò che ti circonda, un mondo di cui finisci col divenire parte”.
Sicuramente può essere annoverata nella categoria di fotografi di moda famosi, per i suoi lunghi viaggi dedicati alla rivista Rolling Stones e per i suoi servizi fotografici con le più grandi celebrità, come Mark Zuckerberg, Leonardo Dicaprio, John Lennon, Whoopi Goldberg, Sting, Meryl Streep, ma anche la regina Elisabetta II, solo per citarne alcuni.
Ma Leibovitz è questo e ancora di più. Non sorprende che le celebrità abbiano fatto a gara per farsi fotografare da lei.
Nei suoi ritratti, infatti, riesce a catturare l’anima dei suoi soggetti. Come?
Leibovitz è un’artista insolitamente diligente: prima di scattare una foto “fa i compiti”, come lei stessa ha dichiarato. Ma cosa vuole intendere con questo?
Prima di ritrarre Carla Bruni all’Eliseo, per esempio, ha osservato meticolosamente molte foto del palazzo e poi quelle di altri fotografi famosi che avevano ritratto Carla Bruni, infine ha ascoltato la sua musica.
Qual è la lezione di Annie Leibovitz, quindi?
Se vuoi ottenere scatti di qualità devi entrare nel contesto, stabilire un contatto con il soggetto per riuscire ritrarne l’anima.
2. Letizia Battaglia (Palermo, 1935)
Quella di Battaglia è una passione nata per caso. Scriveva per l’Ora di Palermo e per altri giornali quando le chiesero di corredare di foto i suoi articoli.
“Cominciai a scattare, senza passione o conoscenze, semplicemente per sostenere la mia indipendenza”.
Con queste poche parole già ti sarà chiara la grande forza d’animo di questa donna, nata in un periodo storico difficile e soprattutto lavorando in un settore prettamente maschile.
Ma questa durezza della vita l’ha plasmata a tal punto che Battaglia inizia a scattare, nella sua amata e odiata Palermo, in un periodo in cui la regione è dilaniata dalla mafia e dagli anni di piombo.
Le sue foto sono crude e ritraggono morti e sangue ma sono anche molto vere, non ritraggono infatti solo fotografia di mafia ma anche adulti e bambini che popolano Palermo.
Ed è proprio da queste foto che si evince il suo desiderio di fare cronaca, di informare, anche quando indirizza il suo obiettivo sulla vita dei più deboli, degli umili, che vivono la città.
E lo fa con un uso sapiente del bianco e nero, “non avrei mai potuto raccontare i morti di Palermo a colori”. Dal suo punto di vista il bianco e nero ha una sua autonomia, rende lo scatto drammaticamente vero e autorevole.
Vendere un reportage ad un giornale oggi è molto difficile e, come sostiene Battaglia, conviene trovarsi un lavoro che ti permetta di continuare la tua passione finché essa stessa non diventi un lavoro a tempo pieno.
Cosa insegna Letizia Battaglia?
La durezza delle sue immagini è senza timore né pudore. Se stai cercando una fotografia che trasmetta la verità e la crudezza della vita, Letizia Battaglia può essere una grande fonte di ispirazione.
3. Dorothea Lange (New Jersey, 1895 – 1965)
Anche per Dorothea Lange la vita non è stata una passeggiata. Colpita da poliomielite da bambina, porterà le conseguenze di questa malattia con sé per tutta la vita.
Questo però non le impedisce di partire per una spedizione fotografica in diversi Paesi, collaborando con più studi fotografici.
Aperto uno studio proprio a San Francisco si dedica principalmente ad immortalare i più deboli della società.
I suoi reportage sui senzatetto, i disoccupati, la depressione delle aree rurali, la consacrarono come fotografa e come donna con una profonda coscienza sociale.
La fotografia che più la rappresenta è quella scattata in un accampamento di raccoglitori di verdura in California che ritrae una giovane donna, madre di sette figli, il cui volto è già segnato dalla sofferenza e dagli stenti.
Quello che colpisce però è lo sguardo di questa donna che, dietro la sofferenza, è fiero e determinato. Tra le foto famose, questa forse è tra le più conosciute.
La sua fotografia appartiene alla straight photography, la tendenza a ritrarre la vita così com’è. Una corrente che nasce nei primi del ‘900 in opposizione al pittorialismo che rendeva le foto estranee alla realtà.
Qual è il suo insegnamento?
La sua passione l’ha portata per le strade in mezzo agli invisibili, a ritrarre la vita così com’è. Se anche tu senti questo bisogno di documentare la società moderna quale fotografo migliore per ispirarti?
Fotografi famosi – bianco e nero
1. Ansel Adams (San Francisco, 1902-1984).
Adams ha un carattere forte, deciso, probabilmente dovuto alle esperienze dure a cui la vita lo ha sottoposto.
Una di queste fu il terribile terremoto di San Francisco quando aveva solo 4 anni, che gli causerà la deviazione al naso che resterà una sua caratteristica.
Durante l’adolescenza viene colpito dalla spagnola, l’influenza che causò milioni di morti tra il 1918 e il 1920 e che lo costrinse a letto molto tempo.
Il suo carattere deciso plasmerà la sua fotografia che è moderna e priva di qualsiasi romanticismo “pittorialista”.
Ricordi quando ti ho parlato di nuove regole inventate dai grandi fotografi? Adams ha elaborato il sistema zonale, che gli permetteva di ritrarre i suoi soggetti rendendo visibile tutta la gamma dei chiaroscuri (divisa in 10 zone) trasponendo la luce in specifiche densità sul negativo.
Secondo Adams questa tecnica doveva servire ad esprimere il senso della foto, con un linguaggio più vicino al soggetto ritratto.
Maestro del bianco e nero, ma anche della fotografia di paesaggio che ha ritratto per tutta la vita (soprattutto la West Coast americana), grazie alla sua iscrizione all’associazione ambientalista Sierra Club.
Adams è uno dei pionieri della fotografia di paesaggio impegnata. Per lui la fotografia era una denuncia sociale, un modo per creare un dibattito sul consumismo e sul pericolo che questo rappresentava per la natura.
Dato che si parla degli anni ‘50-’60 direi che ci ha visto giusto. Oggi conosciamo l’aspetto che avevano i parchi nazionali americani prima dei viaggi di massa grazie a lui.
Qual è l’insegnamento di questo fotografo famoso?
Adams ci insegna che tutte le piccole cose sono vive, persino le rocce. Percepisce la vita essenziale anche attraverso un semplice filo d’erba.
2. Robert Mapplethorpe (New York, 1946 – 1989)
Dire che Mapplethorpe fosse controcorrente è un eufemismo, era la controcultura per eccellenza, rifiutava tutto ciò che nella società veniva associato a modelli e valori.
Le sue fotografie, in maggioranza in bianco e nero e scattate tutte in studio, hanno carattere anticonformista, irriverente e sono oltremodo oltraggiose.
I suoi scatti ritraggono nature morte floreali, celebrità come Patty Smith, Andy Warhol e Schwarzenegger.
Ma principalmente Mapplethorpe è attratto dal corpo umano, tocca temi scabrosi come il sadomasochismo, l’omosessualità, l’omoerotismo. Insomma ambiti fotografici fino ad allora inesplorati.
Ma tra le sue foto fortemente erotiche troviamo giochi di luci ed ombre che riescono, come potrebbe fare uno scultore, a modellare i corpi nudi che ritrae.
Non a caso i suoi soggetti sembrano piuttosto statue di marmo grazie ad un utilizzo magistrale delle luci fotografiche.
Qual è il suo insegnamento?
“Non avrei mai fatto quello che ho fatto se avessi considerato mio padre come qualcuno da compiacere”.
Forse questa è una delle frasi più emblematiche di Mapplethorpe. Se vuoi una fotografia ribelle e irriverente dovrai esserlo anche tu.
3. Fan Ho (Shangai, 1931 – 2016)
Fan Ho è uno street & urban photographer. Anche in questo caso la fotografia è stata influenzata dagli avvenimenti legati alle sue esperienze vissute durante tutta la sua vita.
Fan Ho ci racconta la Hong Kong degli anni ‘50 e ‘60 in uno dei periodi più caotici di questa città che vide aumentare la sua popolazione a causa della grande quantità di disperati in fuga dall’invasione giapponese e dalla guerra civile.
Nonostante il caos, Ho riesce a catturare momenti in cui le strade sono vuote, ritraendo, in un gioco di luci ed ombre, soggetti solitari.
Una delle sue foto celebri è sicuramente Approaching Shadow che racconta l’approssimarsi dell’età grigia.
In particolare il soggetto in questa foto è in posa e l’ombra è stata aggiunta in post produzione, come vedi già allora si parlava di modificare le foto eppure non c’era la tecnologia di oggi come i preset lightroom.
Qual è il suo insegnamento?
La chiave per Fan Ho è l’attesa e la pazienza, per trovare il soggetto giusto.
Nel momento in cui viene fuori lo spirito, l’essenza del soggetto, bisogna cogliere l’attimo. “Se quell’attimo non arriva, devi aspettare la sensazione giusta”.
4. Sebastião Salgado (Brasile, 1944)
La passione per la fotografia, scoppiata dopo un periodo in Africa, lo spinge a lasciare un sicuro lavoro nell’alta finanza per diventare fotografo.
Risulta difficile inquadrare questo fotografo famoso del ‘900 in una sola categoria.
Salgado ha dedicato le sue energie a raccontare, in bianco e nero, il dolore degli uomini, fino a soffrirne in prima persona e ad ammalarsi.
Le sue foto famose in tutto il mondo sono ormai considerate universalmente opere d’arte. Ma Salgado le definisce piuttosto immagini che hanno lo scopo di informare, di risvegliare dibattiti, qualificandosi prima di tutto come fotoreporter e giornalista.
Dopo essersi ammalato documentando la sofferenza degli uomini, in particolare in Ruanda, decide di allontanarsi dalla fotografia ritornando nel suo paese natale con l’obiettivo di riforestare la regione.
Dieci anni dopo, oltre due milioni di alberi sono stati piantati e Salgado ritrova la gioia di fotografare. Questa volta si concentra sulle bellezze naturali, ritraendo paesaggi e animali.
La scelta in bianco e nero non è istintiva ma profondamente ragionata.
La fotografia degli anni ‘70, quando ha iniziato a fotografare, aveva colori molto saturi e Salgado riteneva che ci fosse il rischio che distraessero dal soggetto principale, dalla sua storia e dalla sua sofferenza.
Questo gli avrebbe impedito di stabilire un contatto con chi guardava la foto.
La foto a colori è un prodotto finito, mentre quella in bianco e nero ha bisogno di un maggiore impegno. Chi la guarda deve riprodurre nella sua testa i colori in base alla propria memoria o immaginarli completamente.
Qual è l’insegnamento di uno dei migliori fotografi al mondo?
Empatia a doppio senso, questo è ciò che possiamo apprendere da questo fotografo. Un’empatia verso i suoi soggetti e la loro storia, fino al punto da starci male, e un’empatia che lega indissolubilmente a chi guarda le sue foto.
“La fotografia è profondamente soggettiva. È il mio modo di vedere: le mie immagini nascono dalle mie idee politiche e ispirazioni ideologiche.”
Fotografi di moda famosi
Forse la fotografia di moda viene un po’ bistrattata dai puristi della fotografia. Probabilmente perché il suo unico scopo, fin dalla sua nascita nel lontano 1939, è sempre stato quello di vendere.
In realtà questo genere fotografico si è evoluto così tanto da diventare una vera e propria forma d’arte.
E a proposito di questo voglio mostrarti qualcosa di davvero alternativo parlandoti di David Lachapelle.
1. David Lachapelle (Connecticut, 1963)
Lachapelle è uno dei fotografi di moda famosi che o si odiano o si amano.
Le sue foto hanno carattere surreale, sono irriverenti, provocatorie, grottesche, i suoi scatti sembrano dipinti dove regna un caos che spiazza e confonde.
La prima reazione quando si guarda una sua foto è quella di un vago senso di familiarità che poi si trasforma in confusione come nella foto dell’Ultima Cena.
I suoi colori accesi, la sua forte ironia, le atmosfere surreali e l’uso spudorato di effetti in post produzione, gli hanno fatto guadagnare una fama tale da essere scelto da numerose celebrità come Michael Jackson, Naomi Campbell, Elizabet Taylor, Leonardo DiCaprio, Hillary Clinton e la lista potrebbe essere molto più lunga.
Se dovessi pensare a parole chiave relative a questo fotografo direi caos calcolato e anticonformismo.
Le sue foto celebri mostrano un caos che in realtà nasconde una composizione fotografica dalla cura quasi maniacale. In realtà con Lachapelle nulla è lasciato al caso.
Cosa possiamo apprendere da lui?
Se il tuo desiderio è essere un fotografo alternativo, se senti di avere un stile spregiudicato, non temere di osare e dai voce (questa volta) alla tua di anima.
2. Horst P. Horst (Germania, 1906 – 1999)
Un altro esempio di fotografo famoso è Horst Paul Albert Bohrmann (questo il suo vero nome) che ha lasciato un segno indelebile nella fotografia di moda.
Le sue foto sono famose per l’eleganza e lo stile raffinato dei suoi soggetti, dai giochi di ombre e luci.
Il suo interesse ricade maggiormente sulle donne, che ritrae mentre sono intente al lavoro.
Dopo un iniziale periodo dedicato all’architettura, lavorando come assistente di Le Courbuisier, si concentra sulla fotografia dopo l’incontro con il fotografo di Vogue.
Da quel momento la sua carriera prende il volo diventando celebre per l’uso sapiente delle luci, delle forme e per l’eleganza e la sensualità dei suoi soggetti, senza mai trascendere nella volgarità.
Tutto questo, pur consacrandolo come una celebrità a livello internazionale nel campo della fotografia di moda, ci restituisce immagini che raccontano il sogno della bellezza e non soltanto di abiti e modelle.
Cosa ci insegna?
Da lui possiamo apprendere l’amore per il classicismo greco che esalta il corpo, l’influenza del surrealismo che crea atmosfere quasi oniriche, il distacco tra fotografo e soggetto che sembra quasi ignaro della sua presenza.
3. Herb Ritts (California, 1952 – 2002)
Se ti dico che Herb Ritts ha fotografato chiunque puoi credermi sulla parola.
Ogni star della musica, del cinema, del teatro, della moda è passato nell’obiettivo di questo fotografo famoso per essere creatore di bellezza.
Ed effettivamente, come il re Mida trasformava tutto in oro, così lui rendeva incredibilmente bello tutto ciò che fotografava.
Nasce in una famiglia benestante, in una immensa casa con vicini del calibro di Steve McQueen, dopo la laurea si dedica all’azienda del padre.
La passione per la fotografia c’è da sempre ma è per puro caso che inizia a fotografare professionalmente.
I suoi primi scatti sono per i suoi amici. Con uno di questi, Richard Gere, decide di fare un viaggio nel deserto di San Bernardino e quando si fermano per cambiare una ruota bucata, scatta foto sensuali a Gere in canottiera.
Queste foto saranno poi utilizzate per promuovere il film American Gigolò. Così inizia tutto.
Lavora per Andy Warhol, Valentino, le rivista Vogue e People e per centinaia di celebrità. Da Britney Spears a Tom Cruise, da Claudia Schiffer a Elizabeth Taylor fino a dirigere Michael Jackson in un video insieme a Naomi Campbell e la lista è decisamente lunghissima.
Durante la sua carriera questo artista è riuscito a ribaltare l’estetica maschile liberandola dai canoni di virilità, in linea con le tendenze dell’epoca.
Quell’attenzione al corpo ne fa il fotografo prediletto di Versace e Armani.
Il suo stile inconfondibile, caratterizzato da luci ed ombre naturali, si ispira al classicismo greco, ecco perché tra le sue foto celebri i suoi nudi sono particolarmente famosi.
Qual è il suo insegnamento?
Se ti affascina la fotografia di moda, ricorda sempre ciò che ha creato Ritts. È riuscito ad essere uno dei migliori fotografi di moda, senza, di fatto, fotografare vestiti.
Fotografi famosi contemporanei e moderni
È difficile stilare questa categoria: quando si entra nel reame del moderno, è più complesso dire cosa è solo una moda e cosa resterà invece immortale.
Ci sono tantissimi bravi fotografi che sanno fare belle fotografie, e basta aprire Instagram per rendersene conto.
Ma quali dei personaggi che oggi occupano le nostre bacheche social domani saranno nell’Olimpo dei fotografi famosi senza tempo? Difficile a dirsi, tanto più che il moltiplicarsi di bravi fotografi e le attrezzature sempre più abbordabili (vedi gli smartphone fotocamera) rendono le barriere all’ingresso davvero basse.
Abbiamo provato a selezionarne 3, non perché siano necessariamente i più bravi, ma perché hanno saputo distinguersi (e soprattutto insegnarci qualcosa) in questo panorama così affollato.
1. Sara Melotti (Brescia, 1988)
La storia di Sara Melotti mi ha emozionato. Ho provato a mettermi nei panni di questa giovane ragazza che improvvisamente ha dovuto mettere in discussione tutta la sua vita e tutti i suoi sogni per un senso di colpa che non riusciva a soffocare.
Aveva raggiunto tutto ciò che una fotografa di moda desidera. Lavorava a New York, guadagnando e facendo carriera nella moda.
Ad un certo punto ha sentito però che il suo lavoro contribuiva a creare degli standard di bellezza irreali e irraggiungibili e che, se le foto che lei stessa creava avevano effetto su di lei, non osava immaginare cosa poteva accadere nella mente di un adolescente.
Ogni volta che guardiamo la foto di una modella non immaginiamo che quei caratteri fisici riguardano meno del 2% della popolazione e che, al termine delle sessioni di trucco e di una buona dose di Photoshop, della giovane modella rimane ben poco.
Le immagini che vediamo, anche sui social, non fanno altro che farci sentire inadeguati ed entriamo in un loop di insoddisfazione che ci allontana da noi stessi e dagli altri.
Quando si è resa conto che guardando la sua stessa immagine allo specchio, era insoddisfatta del suo corpo e desiderava cambiarlo, ha capito che era qualcos’altro a dover cambiare.
Così decide di viaggiare in solitaria in un progetto fotografico personale “Quest for beauty” e si reca in Etiopia, Marocco, Giappone, Tanzania, Vietnam per chiedere alle donne che incontra per strada cosa fosse per loro la bellezza.
“Le risposte che ricevo non hanno quasi mai a che fare con l’aspetto esteriore”.
Qual è l’insegnamento di Sara Melotti?
Gli obiettivi che che possiamo porci in fotografia non devono essere per forza glitterati.
Seguire la propria passione, anche quando ci fa stravolgere la vita, può farci realizzare comunque grandi cose. E noi di Viaggiosoloandata che siamo degli “esperti” di cambio vita, come potremmo non essere d’accordo?
2. Zev Hoover (Massachusetts, 1999)
Le immagini di questo giovane fotografo che ha iniziato da piccolissimo a scattare le sue fotografie da sogno, mi hanno colpito subito. Non solo per l’originalità con cui sono pensate, ma per la cura dei dettagli, nei colori e nelle luci.
Le sue foto hanno questa atmosfera fantastica, osservarle ti spiazza e ti affascina.
Questo mondo in miniatura sembra creato intorno ai soggetti e invece è il contrario.
Zen Hoover ha spiegato qual è la tecnica che utilizza. A 14 anni passeggiando per i boschi con sua sorella 18enne ebbe l’idea di creare un piccolo mondo per i suoi soggetti.
Così con l’aiuto della sorella maggiore che gli suggeriva qualche idea ha iniziato a rimpicciolire con Photoshop le persone per porle all’interno dello sfondo, facendo bene attenzione a rispettare la tonalità e l’intensità dei colori e riproducendo le ombre.
Così si creano queste immagini quasi oniriche, surreali dove gli aeroplanini di carta o le foglie diventano mezzi di trasporto, i bastoncini dei ghiaccioli legati insieme diventano una zattera e i tasti di una macchina per scrivere delle ottime sedie.
Hoover ha dichiarato che la fotografia lo affascina in tutti i suoi aspetti e che trova divertente cambiare punto di vista, stendersi a terra e immaginare come sarebbe il mondo visto da quella prospettiva.
Qual è l’insegnamento di questo giovane fotografo?
La fantasia non ha limiti in fotografia, se hai idee che possono sembrarti strane o azzardate, dagli voce comunque.
Non mettere limiti a ciò che puoi creare.
3. Tomasz Gudzowaty (Polonia, 1971)
È un fotografo documentarista polacco che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti (9 soltanto in World Press Photo).
I suoi progetti fotografici in ben oltre 100 paesi di tutto il mondo, si concentrano sulla vita selvaggia di alcuni popoli, sullo sport e sul sociale.
Si è interessato di fotografia fin dall’infanzia ma, almeno inizialmente, il suo desiderio era essere avvocato. Dopo la laurea in giurisprudenza all’università di Varsavia, però, decise di dedicarsi completamente alla fotografia.
Le sue foto più celebri ritraggono atleti di tutte le età che praticano sport popolari nelle zone più remote del mondo, a metà strada tra modernità e tradizione.
Attraverso i suoi scatti è possibile percepire la forza, l’energia e la grande determinazione di questi atleti.
Anche in questo caso la grande caratteristica di questo fotografo sta nel saper trasmettere, attraverso i suoi scatti, il vissuto di queste persone che ci sembrano in grado di sfidare le forze della natura quasi senza fatica.
Cosa ci insegna questo fotografo famoso?
Con le sue foto Gudzowaty ci dimostra che lo spirito e la determinazione nell’essere umano è più importante della forza fisica ed è in grado di rasentare l’impossibile.
I fotografi famosi sono i tuoi migliori insegnanti
In questo articolo abbiamo selezionato 20 artisti suddivisi in diverse categorie, dai fotografi famosi italiani a quelli famosi per il bianco e nero, dai fotografi di moda a quelli del ‘900.
Tutti avevano un unico filo conduttore, anzi due! Il primo riguarda noi: cosa possiamo imparare da questi maestri, il secondo riguarda loro e l’anima che c’è dietro ogno loro scatto.
Spero che questo articolo ti sia stato d’aiuto nel tuo percorso di formazione.
E tu? Qual è il tuo fotografo famoso preferito? Se ti va di raccontarcelo siamo qui!
Un abbraccio,
Adriana
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