La luce in fotografia: cos’è, come funziona e come usare le luci fotografiche
Prova a chiedere ad un fotografo quale sia la cosa più importante in fotografia, vedrai che senza esitare ti risponderà “la luce”.
La luce in fotografia è assolutamente indispensabile, non a caso il termine fotografia significa “scrivere con la luce”.
In questo articolo parleremo dell’importanza di questo elemento, di come funziona e di quali luci fotografiche utilizzare per realizzare belle foto.
Abbiamo un bel po’ di cose da dire, quindi…accendi le luci e partiamo!
Cos’è la luce
Per capire la luce in fotografia dobbiamo fare un brevissimo cenno su cos’è la luce per il resto del mondo.
Tranquillo, nessuna lezione di scienza, ma ci serve per capire, anche sommariamente, di cosa stiamo parlando.
La luce è una forma di energia che ci permette di vedere ciò che ci circonda (oltre a permetterci di vivere, s’intende! ).
Abbiamo due tipi di energia, naturale, quella del sole, e artificiale, ad esempio quella di una lampadina.
La luce ci appare chiara, quasi bianca, ma in realtà è costituita da onde di diversi colori e per vederli abbiamo bisogno di scomporla.
Scomporre la luce? Ma di che stai parlando? Niente di complicato, sono certa che a scuola te ne hanno parlato e che almeno una volta nella vita avrai visto l’arcobaleno.
Ma che c’entra l’arcobaleno?
Quando parliamo di scomporre la luce, il primo esempio che ci viene in mente, e che ci hanno insegnato a scuola, è il prisma di vetro. Ma anche le goccioline d’acqua presenti nell’aria dopo un acquazzone possono scomporre la luce del sole in 7 colori, creando così l’arcobaleno.
Questi sette colori non sono altro che lo spettro della luce visibile, che fa parte del cosiddetto spettro elettromagnetico, nel quale sono compresi, ad esempio, i raggi infrarossi, i raggi x, i raggi gamma ecc, invisibili all’occhio umano. Guarda l’immagine qui sotto e ti sarà tutto più chiaro.
Come puoi vedere non mi riferivo a questo di spettro .
Però, in tutto questo, qualcosa di soprannaturale c’è davvero, perché quando la luce colpisce un oggetto i materiali di cui è fatto riflettono alcune lunghezze d’onda assorbendo tutte le altre.
Questo significa che assorbono tutti i colori tranne uno, quello che il nostro occhio percepisce.
Senza luce, si sa, la vita per noi esseri umani sarebbe impossibile… be’ vale anche per la fotografia!
La luce in fotografia
Abbiamo detto che fotografia significa scrivere con la luce, quindi senza luce non potremmo avere alcuna immagine fotografica.
Vediamo ora, cosa significa luce in fotografia digitale e come e perché dovremmo utilizzare luci fotografiche.
Tutto quello che diremo in questo articolo (e molto altro ancora) è incluso nel nostro corso Da Zero a Fotografo, dai un’occhiata se vuoi saperne di più e se vuoi conoscere tutti i segreti della fotografia partendo da zero.
Detto questo, inizio subito facendoti una domanda: da quando è stata inventata la prima macchina fotografica quante cose sono cambiate? E qual è l’elemento che invece è rimasto invariato in tutto questo tempo?
La luce. Anche la fotocamera più moderna ha bisogno di catturare la luce per scattare una foto.
Essa, quindi, gioca un ruolo fondamentale per realizzare una corretta esposizione.
Che cos’è l’esposizione in fotografia?
È la quantità di luce che viene catturata dal sensore (la versione digitale della vecchia pellicola) moltiplicata per il tempo.
Gli strumenti che ci permettono di esporre la foto correttamente sono diaframma, tempi e ISO, e vanno a costituire il cosiddetto triangolo dell’esposizione.
L’apertura del diaframma ci consente di fare entrare più o meno luce. I tempi di scatto, e quindi la velocità con cui la camera scatta, limitano la quantità di luce in entrata e infine gli ISO, rappresentano la sensibilità del sensore alla luce.
Quindi, come puoi vedere la luce ancora oggi rappresenta l’elemento imprescindibile per scattare una fotografia e per far sì che questa abbia una buona esposizione.
Per concludere questo breve cenno sull’esposizione in fotografia, nell’immagine qui sotto ti mostro cosa succede quando non sono impostati correttamente i tre elementi che costituiscono il triangolo dell’esposizione.
Nella prima immagine a sinistra, come puoi vedere abbiamo una foto sottoesposta, vedi com’è scura? L’ultima a destra, al contrario, è sovraesposta, abbiamo fatto entrare troppa luce.
La versione ottimale è quella centrale dove la quantità di luce è quella giusta e l’esposizione è corretta.
Chiarita l’importanza della luce per l’esposizione, andiamo a vedere da che cosa è composta la luce in fotografia.
Consideriamo quattro elementi:
- Quantità;
- Durezza;
- Temperatura;
- Direzione.
Da essi dipende la riuscita della nostra fotografia.
La quantità di luce in fotografia
È molto semplice, hai presente la lampadina? Esistono alcune che hanno una intensità maggiore di altre, giusto? Bene, questa è la quantità. È chiaro che la luce di mezzogiorno avrà un’intensità maggiore rispetto agli altri momenti della giornata.
Guarda la foto qui sotto, per esempio. Nella versione a sinistra c’è molta luce e infatti in questo caso si parla di sovraesposizione. Sul lato destro invece hai una foto sottoesposta, ovvero molto scura, quasi buia.
Qui ci sono due concetti importanti che dobbiamo sottolineare.
Innanzitutto che la luce che troviamo nel corso della giornata non è sempre la stessa.
Questo vuol dire che prima di partire per un’uscita fotografica devi tenere conto di ciò che andrai a fotografare, del risultato che vuoi ottenere e quindi del tipo di luce di cui hai bisogno.
In secondo luogo ricorda che la tua fotocamera consente di gestire la quantità di luce da far entrare, grazie anche ai filtri che possiamo applicare alla lente.
Questo ci permette di ottenere già nell’immediato uno scatto soddisfacente che eventualmente andremo a perfezionare in post produzione.
La durezza della luce in fotografia
Potrà sembrarti strano ma è grazie alla luce che riusciamo a vedere le forme e i volumi del mondo che ci circonda e a percepirne la tridimensionalità.
Se impari a gestire la luce, a modificarla a tuo piacimento, potrai dare ai tuoi soggetti ogni volta un aspetto diverso.
Per capire quello di cui sto parlando, forse il mezzo più rapido è guardare una fotografia di esempio come quella qui sotto.
Guarda l’ombra del ritratto a sinistra com’è marcata. Questo avviene quando la luce è molto dura, ovvero molto forte.
A destra, invece, puoi vedere delle ombre meno marcate perché il fascio di luce che colpisce il soggetto è meno forte e una luce più morbida crea linee più morbide e rilassanti.
La temperatura delle foto
La temperatura della luce viene misurata in gradi Kelvin.
Secondo questa scala, a valori bassi corrisponde una luce calda, quindi dai colori caldi. Mentre se i valori di questa scala sono alti, avremo luci fredde. Questa immagine ti chiarirà il tutto.
Supponiamo che tu stia fotografando il deserto, probabilmente vorrai fotografie con tonalità molto calde.
Anche in post produzione sicuramente il lavoro che andrai a fare sarà sulla temperatura della foto.
Se invece le tue fotografie sono scattate per esempio in Siberia è chiaro che in quel caso dovrai utilizzare colori molto freddi e dunque con valori alti nella scala Kelvin.
Quindi, in base al tipo di foto che vuoi avere, e soprattutto alla luce che stai usando, avrai temperature diverse. Questo concetto è molto importante perché puoi cambiare la temperatura della foto anche all’interno della fotocamera (è l’impostazione chiamata “White Balance”).
La direzione della luce (e le ombre)
Che sia all’interno o all’esterno la luce proietta delle ombre, quindi a seconda della posizione del sole (o della lampadina), le ombre saranno proiettate in maniera diversa.
Guarda questa foto, vedi l’ombra proiettata dal sole al centro?
Conosci la regola delle linee guida? Be’ quella è proprio una leading line e questo significa che questa foto puoi scattarla solo in alcuni momenti della giornata.
Supponiamo che tu abbia bisogno di questa leading line, sai che puoi trovarla solo in un determinato momento del giorno.
Quindi, per avere una fotografia che sia pensata e ragionata, dovrai organizzarti per tempo. Ed è questo che rende il nostro lavoro più bello e professionale.
A questo punto avrai capito l’importanza che ha la luce in fotografia, non soltanto perché senza luce non esiste un’immagine fotografica ma perché se riesci a manipolarla, a piegarla a tuo piacimento, potrai ottenere veramente il massimo dalle tue foto.
E te lo dimostro subito. Guarda questa modella: come puoi vedere, il sole si trova alle sue spalle.
Una fotografia di questo tipo (controluce), inevitabilmente, avrà come risultato un soggetto sottoesposto, come abbiamo visto poco più su. E infatti il soggetto è molto scuro, è impossibile persino distinguere il volto della modella.
Con alcuni strumenti, però, potrai risolvere questo problema ed avere un soggetto correttamente esposto come nell’immagine a destra.
Vuoi sapere quali sono questi strumenti? Andiamo a vederli!
Luce in fotografia artificiale
Un buon fotografo è quello che ha imparato prima di tutto ad utilizzare e manipolare la luce naturale e poi a sperimentare gli effetti che è possibile dare con quella artificiale.
Le luci fotografiche permettono di realizzare fotografie professionali manipolando la luce (naturale o artificiale) cambiandole direzione, intensità o temperatura.
Andando ad agire, quindi, sui parametri che la costituiscono e che abbiamo visto all’inizio di questo articolo.
In alcuni casi, per esempio, potrebbe essere necessario utilizzare il flash per bilanciare la luce ambientale, in altri, potrebbe essere necessario utilizzare delle superfici riflettenti per bilanciare quella naturale.
O ancora, nella ritrattistica, potresti aver bisogno di manipolare la durezza della luce, indirizzando il flash per trovare quella giusta.
Il flash in fotografia
Il flash è una luce artificiale che ci consente di illuminare la scena in maniera corretta.
Mai stato in discoteca? Hai notato che il fotografo ha sempre il flash? Questo perché sarebbe impossibile scattare foto decenti in un luogo così buio.
Ma il flash viene utilizzato anche all’aperto, soprattutto se la scena è molto luminosa. Ma com’è possibile?
Dai un’altra occhiata alla foto che ti ho mostrato poco prima, quella della modella sul tetto di un edificio che ha il viso sottoesposto.
Questo è uno di quei casi in cui con il flash riesci a bilanciare la quantità di luce che colpisce il soggetto per illuminarlo correttamente.
Ma com’è fatto questo flash?
È semplicemente quella luce artificiale che viene montata sulla macchina fotografica con una slitta apposita, oppure tenuta in mano o montata su un altro supporto se si tratta di un flash esterno.
Sul mercato ne esistono vari tipi e i prezzi possono variare molto.
La scelta del flash giusto quindi non è semplice. Cercherò di darti qualche dritta per scegliere quello che più si addice alle tue esigenze, scegliendo un tipo flash che potrà essere utilizzato in più situazioni possibili.
Vediamo quali sono i 6 parametri più importanti da prendere in considerazione per orientarti meglio nella scelta del flash.
- La potenza, espressa con la sigla NG o GN, in base alla casa produttrice del flash.
- Il TTL (through the lens) che letteralmente significa “attraverso la lente”. In base ai valori dell’esposimetro della fotocamera, che legge l’esposizione esterna, il flash va a regolare autonomamente la potenza per avere la corretta esposizione. Chiaramente è un valore che può essere impostato anche manualmente ma in questo modo ci sono buone probabilità di avere una corretta esposizione.
- La griglia di messa a fuoco è uno strumento fantastico. Ritorniamo in discoteca e cerchiamo di fotografare un soggetto mettendolo a fuoco. Come fare? Il flash ci aiuta moltissimo perché proietta una griglia appena visibili a occhio nudo ma che la fotocamera va a “vedere”, così capisce la distanza dal soggetto e mette a fuoco. Questa funzione ti consente di mettere a fuoco anche in contesti praticamente al buio.
- Il wireless integrato, è molto importante. Il flash a slitta solitamente è montato sulla fotocamera ma se vogliamo che la luce sia posizionata altrove? Per esempio a destra della fotocamera? Bene, con il wireless puoi utilizzare angolazioni diverse mantenendo comunque la connessione tra flash e fotocamera. E non solo, puoi collegare contemporaneamente più flash!
- A questo elemento va associato inevitabilmente il ricevitore wireless. Solitamente i flash moderni hanno già incluso il ricevitore wireless da montare sulla camera che consente la connessione flash-camera. In ogni caso, se vai ad acquistarne uno, assicurati che sia presente anche il ricevitore.
- High speed sync, è un po’ più complesso da spiegare. Si tratta di un sistema che permette di esporre correttamente le immagini anche con tempi veloci.
Nell’immagine qui sotto puoi vedere rapidamente come funzionano i tempi di scatto. La frazione che vedi (½, 1/30 ecc..) è la frazione di un secondo, più è alta la cifra, più grande è la frazione, più veloce sarà lo scatto. Quindi per i soggetti in movimento hai bisogno di scattare velocemente per congelare il soggetto ed ottenere un’immagine nitida.
Ipotizziamo che tu faccia fotografia sportiva, o comunque un tipo di fotografia che abbia necessità di tempi di scatto veloci.
L’otturatore della fotocamera, è costituito da due “tendine” che si aprono e si richiudono una dietro l’altra, ad esempio in 1/8000 di secondo.
Per capirci, quando si utilizzano tempi così veloci, quella in alto scorre verso l’alto ed è seguita subito da quella in basso, per far passare ancora meno luce. Vedi la fessura rettangolare tra le due tendine?
Con questo movimento quella piccola fessura percorre tutto il sensore facendo entrare la luce.
Con il flash tradizionale però il risultato potrebbe essere una foto illuminata solo in parte, e ci sarà una striscia nera dove la luce del flash non è riuscita ad entrare, come nella foto qui sotto.
La funzionalità high speed sync ti consente di sparare la luce del flash più volte e ad una velocità invisibile all’occhio umano.
Questa soluzione della tecnologia moderna ci consente di ottenere foto correttamente esposte, quindi se decidi di acquistare nuove luci fotografiche, nella scelta del flash tieni conto anche di questa funzionalità che può tornare sempre utile.
Ecco un flash esterno compatibile con la maggior parte delle fotocamere:
Giocare con la luce in fotografia con i pannelli riflettenti
Avrai sicuramente visto che alcuni fotografi, nei loro servizi fotografici, si servono di alcuni pannelli di diverso colore, sostenuti da qualche collaboratore.
Nell’immagine qui sotto, per esempio, Marco e Nicola ne hanno utilizzato uno color argento per realizzare ritratti in esterna durante le riprese per il nostro videocorso di fotografia.
Questi pannelli, detti anche diffusori, al pari dei flash ci aiutano a manipolare la luce riflettendo i raggi solari, o la luce artificiale, in modo da attenuare quella che arriva sul soggetto.
Ma come può un pannello riflettente attenuare la luce? Sembra un controsenso lo so, eppure è così.
Ricordi il flash che abbiamo utilizzato sulla modella sul tetto dell’edificio? Con i pannelli devi fare lo stesso ragionamento.
Quando abbiamo parlato della durezza della luce hai sicuramente notato nelle due foto a confronto la differenza di ombre. Nell’immagine a destra le ombre sono meno marcate grazie ad una sapiente manipolazione della luce.
In base al tipo di pannello che scegliamo abbiamo diversi risultati. Vediamo di capire quali sono i pannelli presenti sul mercato e che utilizzo ne possiamo fare.
Solitamente la confezione di pannelli che potrai acquistare contiene cinque pannelli di colore diverso: bianco semitrasparente, bianco, argentato, dorato e nero.
Pannello bianco e argento
In base al colore i pannelli hanno utilizzi diversi, ad esempio il pannello bianco rifletterà molta luce ma quella riflessa dal pannello argentato sarà sicuramente superiore.
Ecco ad esempio il risultato ottenuto dalla scena precedente, in cui abbiamo utilizzato il pannello argentato per uniformare la luce che colpiva il volto di Ilaria.
Pannello dorato
Quindi è tutta una questione di quantità di luce? Non proprio. Ricordi quando abbiamo parlato della temperatura? Bene, il pannello bianco o quello argentato avranno sicuramente una temperatura neutra, mentre quello dorato, a parità di intensità avrà una tonalità di colore più calda.
Pannello nero
Il pannello nero non attenua la luce, bensì elimina qualsiasi riflesso e torna molto utile in studio. La foto qui sotto ti chiarirà cosa voglio intendere.
Questa è un effetto che molti fotografi cercano. Metà del volto è illuminata e tutto il resto è in ombra. Come ottenerlo e come ci aiuta il pannello?
Il flash, che illumina la metà del volto, proietta la luce sul soggetto e sull’ambiente circostante, ad esempio una parete. Questa rifletterebbe la luce e andrebbe ad illuminare l’altra metà del volto.
Il compito del pannello nero è proprio quello eliminare questo riflesso. Posizionandolo sull’altro lato del volto assorbirà tutta la luce del flash lasciando in ombra quella parte.
Pannello bianco semitrasparente
Infine c’è il pannello bianco semitrasparente, che più di tutti ha il compito di ammorbidire la luce.
Ipotizziamo per esempio che tu voglia fare uno shooting fotografico sotto il sole di mezzogiorno. L’intensità della luce creerebbe delle ombre molto marcate. Con il pannello semitrasparente, posizionato tra il soggetto e la fonte luminosa, potrai ammorbidire la luce creando le ombre giuste e quindi una buona esposizione della tua foto.
Come avrai capito questi pannelli sono molto utili e versatili, l’unico aspetto negativo è la necessità di avere sempre qualcuno che li tenga posizionati ma ti posso assicurare che, guardando i risultati, ne vale la pena.
Inoltre hanno ancora un altro grande vantaggio: sono molto economici, il che, soprattutto se sei ancora all’inizio del tuo viaggio nella fotografia, non è un dettaglio da poco.
Un consiglio che posso darti nell’acquisto di questi pannelli è relativo alle dimensioni. Esistono pannelli di diversa grandezza in commercio ma la dimensione di 110 cm circa come quelli sotto è ottimale. Puoi prenderne anche di più piccoli o più grandi ma posso dirti che questa dimensione è più che sufficiente.
Quindi, in conclusione, strumenti come i flash o i pannelli riflettenti ci vengono in aiuto quando vogliamo modificare la durezza della luce.
Nei ritratti, per esempio, soprattutto se si tratta di una modella o di un bambino vorrai sicuramente luci più morbide. Al contrario, se avrai un soggetto dal viso vissuto, se il tuo obiettivo è quello di mettere in risalto le caratteristiche del suo viso, allora avrai bisogno di una luce dura.
Ecco un esempio di luce morbida.
Questo invece è un esempio di luce dura.
Tutto questo vale anche per le foto fatte in studio, dove puoi montare il diffusore direttamente sul flash per ammorbidire le ombre o posizionarlo proprio dalla parte opposta.
Come avrai potuto vedere le luci per fare foto sono un settore a parte da scoprire e sperimentare. È proprio la sperimentazione che ti consentirà di realizzare fotografie ben esposte o con effetti particolari come quelle che abbiamo visto in quest’articolo.
E a proposito di sperimentare il posizionamento delle luci, affrontiamo l’ultimo argomento di questo articolo sulla luce in fotografia.
Schemi di luce in fotografia
Tutte le foto che hai visto in questo articolo rispondono a degli schemi di luce, ovvero ad un posizionamento strategico delle luci, rivolte sul soggetto, per ottenere effetti diversi.
Vediamo quali sono i principali schemi di luci in fotografia facendo qualche esempio.
La luce piena
È uno schema che viene utilizzato per illuminare il volto del soggetto in pieno, eliminando i difetti. Per ottenerlo sono necessarie due luci posizionate a 45° davanti al soggetto con l’aggiunta eventuale di pannelli riflettenti per ammorbidire le ombre.
Luce laterale
È quello schema che viene utilizzato per ottenere metà del volto al buio mentre l’altra metà è illuminata da una lampada (ricordati di utilizzare un pannello nero per assorbire tutta la luce come dicevamo poco più su).
Luce Rembrandt
Questo tipo di schema prende il nome dal pittore olandese, Rembrandt, che adoperava questa tecnica nei suoi dipinti. Lo schema viene costruito posizionando una lampada a 45°, leggermente più in alto del soggetto. Il fascio di luce lo illumina lateralmente, mentre sull’altro lato, più al buio, si formerà un triangolo di luce sotto l’occhio. È uno schema che conferisce drammaticità al volto.
Luce a fessura
Anche questo schema conferisce drammaticità all’immagine e si costruisce utilizzando due pannelli che ostruiscono la luce che passerà soltanto attraverso una fessura.
Luce a farfalla
È uno schema adatto ai volti magri ed è chiamato così perché l’ombra che va a formarsi sotto al naso ricorda molto una farfalla. Per ottenere questo effetto è necessario posizionare la lampada in alto e frontalmente al soggetto. La forma e la dimensione dell’ombra a farfalla dipendono dalla posizione della lampada.
Come avrai capito gli schemi di luce in fotografia possono essere vari ma in realtà vanno considerati come una sorta di base da cui partire.
Come sempre, anche in questo caso è possibile dare libero sfogo alla propria creatività lasciandosi ispirare anche dalle caratteristiche del soggetto, utilizzando diffusori, softbox ecc.
Inoltre, gli schemi di luce dipendono molto anche dalla disponibilità dello studio fotografico, dalle luci che si hanno a disposizione, etc.
Conclusione
In questo articolo volevo farti capire la luce in fotografia, la sua importanza e tutto ciò che possiamo fare con essa.
Abbiamo visto che cosa si può ottenere manipolandola a nostro piacimento, attraverso le luci fotografiche e quella naturale, utilizzando tutti gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione.
Ci sarebbe molto altro da dire ma mi fermo qui, con la speranza, come sempre, di esserti stata d’aiuto.
E tu? Come utilizzi le luci fotografiche? Scrivimelo qui sotto!
Un abbraccio,
Adriana
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Il nostro videocorso “Da Zero A Fotografo” è stato studiato per farti raggiungere i tuoi obiettivi fotografici.
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